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 Se siete venuti in questa pagina con l'intento di imparare a suonare ... tornate indietro!

   In questa sezione del sito vogliamo proporvi materiale utile alla formazione, all'autoaggiornamento, alla pratica didattica. Non si tratta, dunque, di un corso musicale, ma di un percorso di educazione alla musica e al suo insegnamento. La  finalità generale del corso è:

- approfondire le proprie capacità musicali in qualità di "educatore all'apprendere il piacere del suono, la creatività della musica, la libertà dell'espressione motoria".

Il metodo elettivo proposto è quello dinamico transdisciplinare (MTD): esso si basa sui principi e sulle tecniche che coniugano movimento-suono-ritmo, trasformando questi tre elementi in un unico mediatore e attivatore di molteplici processi (psicomotori, emotivi, affettivi, cognitivi, intellettivi, espressivi, linguistici, comunicativi, sociali).

Questi, invece, gli obiettivi specifici in relazione alla didattica:

- educare all'ascolto consapevole

- educare all'autocontrollo psicofisico

- educare all'espressione dei sentimenti

- educare all'esecuzione di suoni, musiche, canti di gruppo.

 

Prima lezione

 

Prima di iniziare ti consigliamo di sottoporti a questo velocissimo test.

 

Ed ora puoi leggere il tuo profilo, determinato dal punteggio ottenuto nel test.

 

Da 0 a 3

Questo corso sul web ti potrà sicuramente essere utile, ma non diventerai mai Carl Orff.

 

Da 4 a 6

Bravo. Leggere i nostri consigli, però, arricchiranno ancora la tua preparazione.

 

Da 7 a 9

Molto bravo! Speriamo di aggiungere qualche indicazione pratica alla tua già ottima preparazione.

 

10

Scrivi tu a noi, per favore, qualche idea da applicare alla didattica!

 

Ed ora cominciamo con qualche nozione spicciola, interessante per la tua acculturazione, ma non fondamentale per la qualità del tuo insegnamento.

 

Le caratteristiche del suono

Altezza: la qualità che permette di distinguere un suono grave da uno acuto.

Intensità: la qualità che permette di distinguere un suono forte da uno piano.

Durata: la determinazione della lunghezza dell'emissione sonora (suoni brevi o lunghi)

Timbro: la qualità che permette di riconoscere la voce propria di uno strumento, una persona, un animale.

 

Proprio su questo punto vi illustriamo alcuni giochi-esercizio da proporre alla classe, con l'intento di potenziare le capacità di ascolto attento, di socializzazione, di empatia.

Facciamo ripetere ai bambini, tutti ed uno alla volta, questa frase: Mentre parlo mi presento. Non voltarti, stai attento.

Dopo giochiamo al  "Capomartello": bendiamo un bambino e tocchiamo un suo compagno/compagna, che al nostro tocco ripeterà la frase di prima. Il bambino bendato dovrà riconoscere l'emittente. Il gioco verrà ripetuto a turno da tutti gli alunni.

In seguito si potranno proporre varianti per aumentare la difficoltà di discriminazione del timbro vocale: ad esempio si potrà far pronunciare metà frase ad un alunno e l'altra metà ad un altro, ed entrambi dovranno essere identificati. Oppure si potrà chiedere all'emittente di camuffare il proprio timbro vocale.

Quando i bambini si saranno abituati ad ascoltarsi ... chiediamo loro di dare una definizione della voce di un compagno. Non pretendiamo accezioni strettamente pertinenti l'aggettivazione dei suoni; saranno accolte tutte le definizioni e le locuzioni che possono meglio descrivere la voce; senza dubbio i bambini assoceranno al timbro anche qualche aspetto del carattere del compagno/a.

Non influenziamoli con esempi inutili; solo in seguito arricchiremo il loro lessico, orientandolo verso vocaboli più consoni all'argomento.

Occorrerà che i bambini imparino a sperimentare ciascuno il proprio ambito vocale, i propri suoni acuti e gravi, glissati ascendenti e discendenti. A tal uopo proponiamo il gioco delle cose che volano. Procuriamoci oggetti o immagini di cose/animali che volano (aerei, farfalle, uccelli, insetti...) Seduti in cerchio, a terra, individuiamo insieme ai bambini una rampa di lancio e una di atterraggio che  segnino l'inizio e la fine dell'evento sonoro e ludico. Il percorso degli oggetti viene mimato da un bambino alla volta e sonorizzato da tutto il gruppo.

 

Anche gli strumenti ritmici, che solitamente si hanno a disposizione nelle scuole, hanno un loro nome e un loro suono: presentiamoli ai bambini come fossero amici; mettiamoli nelle loro mani, chiediamo loro se sanno come vanno suonati; facciamoci proporre un uso alternativo a quello canonico. Se anche voi avete dubbi sui loro nomi, ecco una scheda che potrà risultarvi utile.

Dopo aver ascoltato per un po' i  suoni, possiamo ripetere il gioco del "Capomartello": questa volta i bambini bendati dovranno riconoscere lo strumento che viene suonato da un compagno, toccato dal "capomartello".

Ora proponiamo alcuni giochi per l'identificazione orientata dei suoni; ricordiamo che seguire la fonte di un suono che continua a cambiare direzione obbliga a riorientamenti successivi percepiti soprattutto a livello della testa che, una volta orientata in una certa direzione, trascina con sé, tramite automatismi a feedback, tutto il corpo.

Il tamburello magico

I bambini bendati si sforzeranno di seguire l'educatore che suona il tamburello. Ogni tanto l'educatore interrompe il suono e cambia posizione. Quando riprende il suono, i bambini bendati dovranno verbalizzare la direzione di provenienza.

Il suono viene da ...

Alcuni bambini bendati si disporranno in fila al centro della stanza; l'educatore disporrà in 4 angoli diversi un bambino con i piatti, uno con il tamburello, un altro con il guiro, un ultimo con il triangolo.

L'educatore comanderà battute e suoni successivi indicando con la mano; i bambini bendati verbalizzeranno la direzione e al contempo la indicheranno con l'orientamento delle sole mani.

 

Possiamo utilizzare gli strumenti in modo desueto, poi, per stimolare la coordinazione e il controllo degli schemi motori. Un esempio di gioco potrebbe essere il re del silenzio. Occorre preparare un percorso con superamento di ostacoli o cammini complessi, con una meta designata. Un bambino viene bendato e nominato re del silenzio. Uno alla volta i compagni eseguiranno il percorso tenendo legate ad una gamba le sonagliere: se il re del silenzio le udrà suonare ... penitenza!

 

Ancora più complessa è la ricerca di accordi ritmici, con isocronie a coppie, a gruppi o singolarmente.

I giochi seguenti sono volti ad accrescere concentrazione, attenzione, inibizione volontaria nella fase di studio del ritmo, scioltezza neuro-motoria nella fase di esecuzione.

ISOCRONIE

Passarsi una palla stando seduti in cerchio e seguendo il ritmo scandito dall'educatore (es. ogni 2 battute, ogni 3 battute, ecc.).

Eseguire palleggi stando in piedi, sempre a ritmo.

Compiere movimenti antistereotipi secondo un comando:al suono del tamburello lancia la palla al compagno che ti è di fronte; al suono del triangolo fai una piroetta.

Compiere salti in avanti su un solo piede, stando in fila indiana: al suono del tamburello si salta sul piede destro, al suono dei piatti sul sinistro.

Davvero divertente e un po' caotico è il gioco del portapiatto.

Occorre formare due squadre di pari numero di elementi. L'educatore dispone sulla testa di un membro di ciascuna squadra un piatto di carta e inizia a cantare una filastrocca:<< Giro giro tondo, porto un piatto immondo, lo porto sulla testa, lo lascio a chi sta a destra>>. I bambini con il piatto devono uscire dal cerchio e completarne il giro nel tempo in cui l'educatore canta la filastrocca. Possono lasciare il piatto solo se giungono, al termine della filastrocca, al posto da cui sono partiti; in questo caso consegnano il piatto al compagno alla loro destra e si continua; in caso contrario devono ripetere il percorso. Vince la squadra che riesce a far "girare" per prima tutti i suoi componenti.

 

Concludiamo questo primo appuntamento con il corso <<Musica Maestri!>> proponendovi una semplice canzone utile per familiarizzare con lo strumentario ritmico. Ecco il testo e il midi, per ascoltarne la melodia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nostra prima lezione di Musica Maestri! finisce qui.

 

 

        

 

 

 

 

 

 

 

 

Seconda lezione

  

 

         In questo secondo appuntamento con Musica Maestri! torneremo ad affrontare, ma con analisi sistematica, due delle quattro componenti fondamentali della musica.

Iniziamo dall'altezza. Nel nostro primo incontro ne abbiamo fornito una definizione didascalica, semplice ed intuitiva. Ora ve ne proponiamo una ad uso e consumo degli esperti: dicesi altezza la caratteristica del suono che dipende dal numero o frequenza di vibrazioni sonore che si hanno in un secondo. Il suono è tanto più acuto quanto maggiore è la frequenza. A minore frequenza corrispondono suoni più bassi e gravi.

Insegnare ai bambini tale concetto sarebbe tedioso e inutile; lasciare che loro ne intuiscano il senso con esercizi e giochi sarà, invece, costruttivo e avvincente.

 Muniamoci di un tubofono  ed esordiamo dicendo ai bambini che racconteremo loro una favoletta.              

Lo gnomo Manuele

  C'era una volta lo gnomo Manuele che, piccolo piccolo, con i piedi piccoli piccoli, giocava ogni giorno a percorrere "la strada delle note" che dalla nota grave porta velocemente alla nota acuta.

Mentre camminava, canticchiava sempre il nome delle note: <<do, re, mi, fa sol, la si, do!>> (mentre pronunciamo il nome delle note percotiamo il tubofono, dal do basso al do dell'ottava superiore).

Ma un brutto giorno il cattivo dragone ruppe tutta la strada delle note! (gettiamo a terra i tubi sonori).

Fortunatamente la fata Fiorellino corse in suo aiuto; ma era una fata piccolina e poté sistemare la strada solo in tre punti. (rimettiamo al loro posto il do basso, il fa e il do alto).

Sistemò l'inizio, perché era importante per partire; la fine perché era necessario un posto dove arrivare; e pose la barra centrale in modo che lo gnomo Manuele potesse, con due salti, passare dalla nota grave a quella acuta.

Tanto grande era il desiderio dello gnomo Manuele di passare sulle note estreme che provò e riprovò, tanto che alla fine riuscì a saltare i buchi che si erano formati nella "strada delle note", passando con un balzo dalla nota grave a quella di mezzo- che per comodità chiameremo media- e con un altro da quella media a quella acuta. (facciamo ascoltare i tre passi compiuti dallo gnomo: do, fa, do).

Allo stesso modo tornava indietro.

L'unico inconveniente consisteva che non poteva più cantare tutte le note, ma solo quelle su cui poggiava i piedi, ma lui era contento lo stesso e si divertiva di nuovo ad andare su e giù per le note.

 

 L'ascolto della favola, in realtà, è anch'esso propedeutico ad una serie di giochi vocali tesi a comprendere il concetto di altezza.

Per il primo gioco-esercizio dividiamo la classe in tre gruppi.

Accordiamo il primo gruppo sulla nota do, quella grave. Questo primo gruppo di bambini dovrà pronunciare la vocale U emettendo suoni gravi e lunghi.

Il secondo gruppo si accorderà sul fa e dovrà pronunciare il gruppo vocalico O/A con suoni medi e scanditi.

Il terzo gruppo sarà accordato sul do dell'ottava sopra; esso pronuncerà il dittongo EI emettendo suoni acuti e veloci. L'insegnante potrà dirigere il coro delle altezze vocali così da simulare le vibrazioni che contraddistinguono, appunto, l'altezza del suono.

 

Ora ripetiamo l'esercizio intonando parole che, per colore vocalico e per feedback di significato, suggeriscono altezze diverse.
Il primo gruppo di bambini intonerà: RIM-BOM-BA sul do basso.

Il secondo gruppo: SUS-SUR-RA sul fa medio.

Il terzo gruppo: RI-DEN-DO sul do alto.

Il maestro dirigerà il coro creando suggestivi effetti di eco, dando in successione gli attacchi ad un gruppo o ad un altro.

 

Utilizziamo, come sopra, altre parole.

Per i suoni gravi: DON-DO-LA-RE.

Per i suoni medi: SAL-TEL-LA-RE.

Per i suoni acuti: TRA-FIG-GE-RE.

Cercate insieme ai bambini altre parole da cantare sulle varie altezze sonore.

Per gli allievi più grandi si può concludere l'attività proponendo una riflessione scritta. Utilizziamo, ad esempio, queste tabelle con la consegna: usereste suoni acuti o gravi per descrivere queste situazioni?

                                                                   
 

ACUTI

GRAVI

Il volo di un uccello    
Una fine pioggerellina    
La marcia di un elefante    
Lo scorrere di un fiume in piena    

Usereste suoni acuti o gravi per descrivere queste sensazioni?

                                          

  ACUTI GRAVI
Leggerezza    
Oscurità    
Luminosità    
Pesantezza    
Confusione    

 

  Passiamo ora a definire rigorosamente l'intensità del suono. Essa ne è la componente detta anche volume; dipende dall'ampiezza delle vibrazioni che produce un suono. In musica questa differenza fa parte della cosiddetta dinàmica, un termine derivante dal greco dìnamos, <<forza>>. Si indica con i simboli

     pp,               mp,                p,          mf,               f,          ff

corrispondenti ai termini

pianissimo, mezzo piano, piano, mezzo forte, forte, fortissimo.

 Anche su questo concetto proponiamo, naturalmente, giochi di mimica sonora o di interpretazione a comando del maestro.

 

Il primo esercizio gioco va eseguito dopo aver disposto gli allievi in fila: il primo bambino della fila scandirà il suono nome ad un volume corrispondente al piano; il secondo lo dirà forte; il terzo, piano; il quarto forte e così via.

 

Dividendo i bambini in tre gruppi assegniamo questi comandi:

- il 1° gruppo pronuncerà le vocali U;O;A;E;I pianissimo (pp)

- il 2° gruppo dirà le stesse vocali piano (p)

- il 3° gruppo le dirà forte (f).

Anche in questo caso il direttore d'orchestra è d'uopo e potrà simulare suggestive atmosfere di echi lontani, ritorni di tema forte ecc.

 

È possibile far riempire una tabella anche su questo parametro sonoro, dando però questa richiesta: usereste una successione di suoni sempre più forti o sempre più deboli per accompagnare un filmato con queste immagini?

                                                                        

                                                                      
 

Sempre

più forti

Sempre

più deboli

Il sorgere del sole    
Un'onda che si infrange sulla scogliera    
Un gruppo di bambini che entrano in classe dove li attende una maestra severissima!    
Un calciatore che si avvicina alla porta e fa GOL!    

 

 La capacità di percepire la dinamica di un evento sonoro o di un più complesso brano musicale non dipende solo dal grado di sensibilità che ha l'orecchio verso lo stimolo in sé. Soprattutto durante l'ascolto di brani musicali classici o melodici, la sensibilità personale gioca un ruolo forse ancor più importante. Per questo motivo è fondamentale insegnare ai bambini, fin da...subito, quanto sia bella la caleidoscopica forma della musica. Ora, ad esempio, useremo la musica "barocca"  per distinguere le caratteristiche della dinamica in un brano classico.

I caratteri più evidenti di questo stile sono la grandiosità, la potenza, la teatralità e la ricerca  di complicati effetti decorativi, che rispecchiano la fastosità delle nascenti monarchie assolute europee.

Si è scelto come compositore Vivaldi,La Primavera, perché sintomatica del genere. Il grande veneziano ha infatti dato forma e perfezione definitive al concerto solistico confermando la divisione tripartita e rafforzando la contrapposizione del "tutti" e dei "soli". Già nei primi movimenti della Primavera potremo udire l'oscillazione del forte e del piano, tesa a diversificare una stessa melodia, che si ripete a tratti cercando di suggerire le straordinarie immagini scenografiche che tutti conoscono... Senza scendere nel ridondante, noi vi consigliamo, invece, di far disporre i bambini in cerchio, un cerchio che si dà la mano. Durante l'ascolto del brano i bambini allargheranno il cerchio quando la melodia impenna verso il forte, lo restringeranno quando la musica scende al piano. Dopo un po' di pratica il cerchio che si allarga e si stringe potrà essere trasformato in una vera carola con salti, corsette, piroette. Inutile sottolineare che vi occorrerà un certo spazio! Ascoltate il brano e, ad occhi chiusi, figuratevi la scena...La Primavera

 

  Adesso, non ce ne vogliate, ma torniamo con i piedi per terra! E non è solo un modo di dire, giacché andremo a parlarvi de i Gesti-Suono e della loro indiscussa valenza educativa nel campo delle diversabilità e là dove occorra potenziare capacità di concentrazione, attenzione e coordinazione.

Vogliamo qui ricordare che, pur non essendo gli insegnanti dei musicoterapeuti, durante le nostre lezioni non dobbiamo mai abbandonare il metodo del Matching Pacing Leading.  Il matching indica il rispecchiamento, il pacing l’andare al passo con i bambini, l’assecondarli, il leading indica il guidare, condurre i bambini su una strada costruttiva. Perciò non dimentichiamo mai di cantare con loro, muoverci con loro, con loro giocare.

Tornando al gesto-suono, del quale abbiamo accennato il valore terapeutico e didattico, aggiungiamo che esso rappresenta un modo di fare suoni con il corpo.

Cominciamo chiedendo ai bambini di produrre un gesto-suono senza darne una definizione teorica: i bambini si produrranno in movimenti di vario tipo e con varie risultanze sonore.

Proponiamo in seguito l'esecuzione di una canzone da accompagnare con gesti-suono che avremo concordato insieme agli alunni e rappresentato in maniera iconica alla lavagna; è necessaria una sequenza di quattro gesti-suono per le strofe della canzone che segue; il ritornello suggerisce invece,già nel testo, la mimica da eseguire.

Prima di iniziare l'esecuzione del brano ripetiamo la sequenza dei movimenti per diventarne padroni.

Durante il corso ci siamo, naturalmente, cimentate anche noi in tutte le attività e ... avreste dovuto vederci. Ma ora passiamo alla canzone, corredata da illustrazioni che indicano la sequenza di movimenti scelta da noi:

 

  

 

  Anche per questa seconda lezione abbiamo terminato.

La teca didattica

 

 

 

 

 

 

 

Terza lezione

 

    La terza lezione di Musica Maestri! si soffermerà sul terzo parametro del suono a cui si è data definizione nel primo incontro: la durata.

Introdurre i bambini al concetto di durata, in musica così come in attività di altro tipo, non è cosa semplice. La definizione pedissequa della durata non ci aiuterebbe punto. Molto più utile, invece, sarà fare ricorso a giochi che si basino sulla discriminazione dei suoni distinti appunto non per timbro o intensità, ma per lunghezza. Per questo motivo, le prime attività da proporre ai bambini vertono sulla produzione di suoni lunghi e/o brevi prodotti con lo strumento "voce". Si tratta di veri e propri giochi di parole, che possono essere  ripresentati nel corso degli anni scolastici per aiutare a consolidare l'abilità musicale preposta al riconoscimento e alla riproduzione dei ritmi. Ve ne forniamo solo alcuni esempi che certamente potranno ispirarvi a creare ulteriori giochi ritmici con le parole.

 

  Dividiamo la classe in tre gruppi; scriviamo alla lavagna alcune parole e indichiamo su ciascuna il numero di colpi del tamburello che accompagneranno l'emissione delle sillabe sonore che le compongono. Facciamo esercitare alla lettura ritmica delle parole un gruppo alla volta e, in seguito, tutti e tre i gruppi assieme. Un esempio?

                     3       1

1° gruppo    DAAA - DO

 

                   1    1      1    1

2° gruppo    TET-TO   TET-TO

 

                    2      2

3° gruppo    SAAS-SOO  

 

L'unica accortezza da seguire è il numero complessivo di colpi di tamburello, che deve essere uguale per ogni gruppo (nel nostro esempio 4 colpi).

I bambini percepiranno la differenza di lunghezza tra le sillabe "tenute" per la durata di due colpi di tamburello e quelle lette velocemente, nel tempo di un solo colpo.

Un ulteriore esempio, leggermente più complesso, è questo:

 

                   1   1     1    1      2    2      2    2

1° gruppo   bab-bo   bab-bo   BAB-BO   BAB-BO

 

                   2   2       2    2      1   1      1    1

2° gruppo   BAB-BO   BAB-BO   bab-bo   bab-bo

 

                   1   1      1   1      1   1       1   1      1   1     1    1

3° gruppo   piop-pi   piop-pi   piop-pi   piop-pi   piop-pi   piop-pi

 

In questo caso l'unisono si realizza in dodici colpi di tamburello ma, naturalmente, il maestro può proseguire l'esecuzione del coro parlato ad libitum...

 

Dopo un certo numero di esercizi così strutturati si può passere ad un'esecuzione corale su filastrocche, accompagnate da sillabe lunghe come sottofondo ritmico.

Nell'esempio qui sotto un gruppo di alunni pronuncia ogni vocale  nel tempo di una battuta di tamburello e, al contempo, un secondo gruppo di alunni deve scandire la filastrocca scritta sotto la vocale corrispondente.

 

IL MIO GATTO

   A          E          I            O

Il mio   gatto   è un po'    grasso

   A          E           I             O

Lui fa   sempre   un gran    fracasso

  A          E           I            O

Vieni,   vieni     mio bel     gatto

  A            E            I             O

Vieni      qui e    facciam     fracasso

   A           E           I               O

Il mio     gatto     non c'è     più Bum!

   A          E            I               O

Il mio    gatto     non c'è      più Bum!

 

Di questi esercizi se ne può proporre una versione accompagnata dal movimento: è possibile, avendo a disposizione ampio spazio, disporre i bambini su due file poste orizzontalmente l'una di fronte all'altra. I bambini di una fila, a larghe falcate, cammineranno pronunciando una vocale ad ogni passo; i bambini dirimpetto  nello stesso tempo di un passo dei compagni ne faranno due e reciteranno la filastrocca.

Le due file dovrebbero incontrarsi esattamente al centro! (:

 

Dopo un certo numero di esperienze sonore, quali giochi sonori spontanei e di esplorazione eseguiti con lo strumentario ritmico di classe, possiamo proporre l'esecuzione di un gioco utile a classificare i suoni di questi strumenti in base alla durata. Uno di questi potrebbe essere:

 

LUNGO, CORTO, DECIDO IO

Gli strumenti sono disposti al centro della stanza. Ciascun bambino ne sceglie uno e, dopo aver prodotto alcuni suoni, identifica la durata. Gli strumenti, a seguito di approvazione collettiva, vengono posti in zone separate: la zona degli strumenti che producono suoni lunghi (ad esempio il triangolo, il piatto sospeso...), la zona dei suoni corti (legnetti, nacchere...) o, se sono di durata modificabile dall'esecutore (per esempio il flauto, il palo della pioggia...), nella zona dei "decido io".

 

 Gli alunni più grandi (non vi diamo una fascia d'età precisa perché molto dipende dal grado di dimestichezza con la musica conquistato a scuola o altrove...)  possono certamente essere avviati alla lettura delle figure di valore. Non è necessario proporre la canonica nomenclatura frazionaria: noi, ad esempio, sostituiamo il valore frazionario al numero di colpi battuti dal tamburello. Utilizziamo inizialmente, a scopo nozionistico "astratto", una scheda tipo questa:

 

 

 

 Dopo proviamo "in concreto" a scrivere alla lavagna alcune sequenze ritmiche e facciamole eseguire dapprima con la voce. Sfruttando l'empirica esperienza che la vocale I corrisponde ad un suono breve e la A ad un suono lungo, moduliamo i ritmi in questo modo:

                   

    TAA     TA        TI  TI        TAA     TAAAA

 

                 

TA    TI  TI        TAA   TAA     TA      TA     TAAAA

 

              

 TI  TI     TI   TI       TAA    TA      TAA     TAAAA

 

Dopo varie esecuzioni vocali si può certamente e gioiosamente passare ad esecuzioni strumentali, sempre ed anche con gli strumenti ritmici di classe.

Di sicuro effetto gioioso è la proposta di eseguire una sequenza ritmica aggiungendo un esecutore al termine della stessa. Tale esercizio può essere fatto anche dai bambini che non hanno ancora appreso a leggere le figure di valore: sarà sufficiente che la maestra proponga una pulsazione ritmica regolare e compiuta; per aggregazione i bambini la imiteranno aggiungendosi secondo un turno stabilito in precedenza (se sono in fila, da destra a sinistra ...). Il concerto si può concludere per sottrazione, tacendo uno alla volta. Lasciamo a voi le varianti per gruppi di strumento, che sicuramente già vi sono venute in mente. Buon divertimento!

 

Un tipo di coro parlato che costituisce vera e propria attività di drammatizzazione è il racconto:

Nel giardino del castello (tratto da Gulliver edizioni)

 

Una Rana da uno stagno chiama un Cigno per il bagno.

A quel segno accorre il Ragno con il Topo Carlomagno.

Volto arcigno, stretto il pugno, l'Orso Bruno arriva a giugno.

"Non c'è miele" è il suo mugugno "Ma io qui che ci guadagno?"

Da un cespuglio sbuca il Grillo, il Cane, il Gatto e il Pappagallo:

"Accorrete" fa un Cavallo "Grande festa nel castello,

frutta fresca e caramello: offre tutto Lord Cammello!"

Orso Bruno, non lo sente (sta fingendo, certamente)

e si avvia verso il torrente camminando pigramente.

Rana, Ragno, Topo e Grillo, Cane Gatto e Pappagallo,

col Cavallo dal Cammello si dilettano nel ballo.

 

A fare da sottofondo agli eventi narrati si utilizza la filastrocca ritmica Cri Cri Cra, inserita nell'Antologia di Classe qui sotto. Lo spartito può essere stampato:soffermatevi con il puntatore sull'immagine e vi compariranno gli strumenti per stamparla o salvarla sul vostro pc; in alternativa, cliccate di destro sull'immagine e scegliete salva o stampa dal menu di scelta rapida.

Di questa filastrocca ritmica la nostra Insegnante del corso ha curato anche una versione a canone, anch'essa inserita nell'Antologia qui sotto.

Sempre nell'Antologia trovate un bellissimo canone melodico dal titolo "Per la Pace", adatto però ai bambini più grandi. (È inutile ricordarvi quanto sia difficile l'esecuzione di una polifonia a canone, anche la più semplice... Se non ci credete, provate a far eseguire a tre gruppi di bambini la conosciutissima "Fra Martino". Se invece ci volete smentire... scriveteci la vostra felice esperienza.)

Sempre contenuto nell'Antologia di Classe è un altro canone assai accattivante e proponibile agli alunni più piccoli:"Koocaburra".

Sotto l'Antologia trovate i collegamenti ai files midi che vi permetteranno di "orecchiare" i ritmi e le melodie degli spartiti da cantare.

Sfogliate le pagine dell'Antologia con gli appositi tasti sotto di essa.

 

 

  


Ricomincia

 

ASCOLTA:

             Cri Cri Cra (versione ritmica strumentale)

 Cri Cri Cra (versione ritmica strumentale a canone)

 Per la Pace (canone)

 Koocaburra (canone)

 

 

 

  Anche la terza lezione è terminata.

 

La teca didattica

 

 

 

 

 

 

 

Quarta lezione

   Ecco qui la quarta lezione di Musica Maestri!. Il tema portante di questo appuntamento è la dinamica del suono e del... silenzio. La necessità di affrontare la musica nel duplice aspetto di assenza e presenza di suoni è particolarmente eclatante nel contesto scolastico. Sia insegnando ai bambini piccoli della scuola dell'infanzia, sia a quelli più adulti della scuola primaria, il punto nodale è sempre lo stesso: come far comprendere loro l'importanza del silenzio come elemento di presenza nell'ambiente, e non di assenza?

Il percorso didattico da privilegiare dovrà essere necessariamente graduale, anche se avessimo deciso di affrontare il problema un po' tardivamente. Per questo motivo vi proponiamo una serie di esercizi che prendono avvio dalla drammatizzazione di testi in poesia, accompagnati o no da semplici e libere esecuzioni strumentali, ad oralismi ed espressioni onomatopeiche scandite secondo i parametri sonori dell'intensità, fino a giungere all'esecuzione corale di semplici canti e canoni con dinamiche più complesse.

Vogliamo esordire con un testo-gioco ispiratoci dal metodo RITMìA dal titolo

 

" I FACCIOSILENZIO"

 

 

 Si introduce la lezione disponendo i bambini in classe in maniera non convenzionale, magari seduti a terra in cerchio. L'insegnante, elemento del cerchio, recita o legge la poesia iniziando con un'intensità pari al pianissimo e innalza il tono della voce solo nel momento in cui irrompono nella scena- virtuale!- i Rompisilenzio. Il volume della voce raggiunge l'acme del fortissimo nel momento in cui arriva il re Silenzio e pone fine ai suoni. L'insegnante ripeterà la lettura invitando i bambini ad assumere una postura immobile, con la mano davanti alla bocca per evitare di emettere, col movimento o con la voce, qualsivoglia rumore che possa turbare l'incipit del racconto. In un secondo momento gli alunni diventeranno membri attivi della drammatizzazione. Si formeranno due gruppi:uno rappresenterà i Facciosilenzio e l'altro i Rompisilenzio. A questi ultimi saranno dati gli strumenti ritmici, da suonare secondo una pulsazione regolare concordata, e con essi rompere il silenzio. La voce recitante potrà essere ancora quella dell'insegnante (almeno fin quando i bambini non avranno memorizzato il testo) che impersonerà dunque anche il re Silenzio.

 

  Un altro possibile testo da drammatizzare con suoni onomatopeici e movimenti mimetici è il seguente (di nostra creazione...)

 

" 8 GEMELLI "

 

 

 La poesia può essere drammatizzata come la precedente: noi abbiamo utilizzato un grande plaid per nascondere i quattro gemelli silenziosi, i quali hanno iniziato a muoversi (e ad emettere i flebili suoni descritti) nel momento dei loro sogni.

Il volume della voce recitante deve crescere con l'approssimarsi delle 4 sorelle rumorose. Esse, naturalmente, parlano e si muovono come i loro nomi impongono. L'arrivo del babbo è il punto del fortissimo del testo. Al termine della narrazione, i gemelli sotto la coperta si scoprono e si alzano.

Possono essere create da voi poesie di siffatta specie, sempre utilizzando nomi che rievochino suoni forti e deboli: tranquilli, vi riusciranno benissimo!

 

Procedendo per gradi, come raccomandato all'inizio, vi consigliamo di passare poi ad attività di modulazione della voce su bans parlati: uno molto facile e "multidisciplinare" potrebbe essere il seguente.

 

" FOUR-TISSIMO "

 

Si utilizza l'omofonia della parola inglese "four", cioè 4, con il for italiano, prefisso di molti aggettivi: nel nostro caso giocheremo con fortissimo e formidabile. Quest'attività aiuta a comprendere il passaggio dinamico dal pp al ff con le sfumature d'intensità intermedie (vedi seconda lezione).

Scegliamo un alunno o un'alunna come voce solista; il resto della classe è il coro.

Il coro risponde con "Tissimo" a ciò che dice il solista.

Il solista dice pianissimo:<< E one!>> Coro:<< tissimo>>, sempre pp;

    solista mp:<< E two!>>                     Coro  mp:<< tissimo>>.

              p:<< E three!>>                             p:<< tissimo>>.

              f:<< E four! >>                               ff:<< tissimooooo>>.

 

La stessa cosa si fa con il FOUR-MIDABILE.

Tutto il ban può essere scandito da una pulsazione regolare e costante prodotta mediante il battito delle mani, che sfocia nell'applauso finale.

Oppure possiamo scandire la sequenza dei numeri con diversi battiti: per esempio il primo con le mani; il secondo con i piedi; il terzo con mani e piedi e l'ultimo con l'applauso.

 

 Una fase successiva è il canto, ma sempre introdotto con gradualità: ve ne proponiamo uno semplicissimo che sanno tutti, anche i ragni ...!

Si tratta del ban:

"IL RAGNO E LA MOSCA".

 

Il ragno, la mosca.

Il ragno la mosca l'amma zza-zza!

La piglia pel collo e la stro zza-zza!

 

Si ripete più volte con un diminuendo ad ogni ripetizione, fino alla scomparsa totale del suono nel pronunciare i versi da "Il ragno..." e "La piglia ...": il suono si ode fortissimo solo quando arriva la battuta del "zza-zza". I bambini devono apprendere a sentire il ritmo delle battute vuote ripetendo "a mente" le parole mute. Ascoltate il midi...per intero.

 

Ascolta: "Il Ragno e la Mosca"

 

  Dopo un certo numero di bans facili si può procedere all'esecuzione di canoni in cui il maestro richiede una dinamica diversa nelle battute finali, un forte o un mezzo forte, per mettere in risalto la dominante della melodia.

Mettiamo a vostra disposizione gli spartiti di due canoni con il testo:

 

Il Pendolo (pdf)    Arriva Primavera (pdf)

 

Potete ascoltarne anche i midi:iniziano ambedue con il tema eseguito all'unisono, per comprenderlo meglio, ed in seguito udrete le entrate a canone.

 

Ascolta:             Il Pendolo (mid)                Arriva Primavera (mid)

 

 

Così, in musica, finisce la quarta lezione.

 

 

La teca didattica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quinta lezione

 Siamo alla quinta lezione:Musica Maestri! Come? Vi sentite stanchi!!! Non c'è problema: il motivo dominante di questo appuntamento è il rilassante ascolto.

Abbiamo già accennato, nella seconda lezione, come la modalità in cui ciascuno di noi si pone all'ascolto della musica è connotata da molteplici aspetti. In primo luogo c'è la motivazione ad ascoltare; dopo c'è la posizione che si assume durante l'ascolto, la quale si accompagna al luogo dove si ascolta e al contesto;da ultimo c'è la finalità.

Come educatori nell'arte della musica (occorre che vi rammenti la genealogie delle nove Muse, volta a rafforzare le concezioni filosofiche sul primato della musica nell'universo?) a noi sta l'onere di guidare i bambini a selezionare con cura tutti quanti gli aspetti dell'ascolto sopra evidenziati.

Il primo e fondamentale passo da compiere, però, è generare nei nostri alunni la motivazione. Come? Walt Disney saprebbe risponderci senza esitazione. Approfittiamo dei suoi suggerimenti e, sì, iniziamo proprio dalla proiezione di film d'animazione dove l'immagine suggerisce il suono... (questo è il punto di vista dei nostri alunni, lo sapevate?). In realtà accade il contrario:la musica ispira le immagini. Per darne ai bambini la tangibile prova, al secondo appuntamento con l'ascolto facciamo sentire la musica e... chiediamo loro di chiudere gli occhi per vedere meglio la storia che noi racconteremo...

"Viveva un tempo nella città di Norimberga un presidente, chiamato il presidente Silberhaus, il quale aveva un figlio e una figlia: Friz e Maria. È la vigilia di Natale. In casa del presidente Silberhaus fervono i preparativi per la grande festa. Gli ospiti arrivano con molti regali. Ma i bambini Friz e Maria ne attendono uno in particolare, il mago Drosselmayer. Egli è un abile confezionatore di giochi e sa raccontare bellissime storie. La festa ha inizio e il mago racconta la favola del Principe Schiaccianoci, della Principessa e del perfido Re Topo...."

Avete riconosciuto l'incipit di uno dei più introspettivi e oscuri racconti di Hoffman, scrittore noir del secolo romantico. Non vi consigliamo la lettura di questo testo ma, trasformato in una romantica e classica fiaba natalizia, la versione di Alexandre Dumas père (Storia di uno Schiaccianoci).

La musica da ascoltare, naturalmente, è "Lo Schiaccianoci" di Pëtr Il'ič Čajkovskij.

A livelli avanzati, questo brano si presta come poche altre partiture a far maturare importanti consapevolezze sul linguaggio musicale, in particolare sul "colore in musica", sul timbro.

Con i bambini più piccoli l'approccio più immediato è quello di collegare la musica alla vicenda, con lo scopo di produrre una propria creazione scenica della storia.Il balletto è molto lungo e, naturalmente, andrà fatta una preliminare selezione dei brani. L'attività potrebbe essere strutturata in un percorso laboratoriale di musica e arte-immagine. Ma niente vieta che si possa ambire a mettere in scena, lavorando con bambini particolarmente motivati, un vero e proprio spettacolo coreografato.

Dagli undici anni in su possiamo eseguire un traslato pittorico di questo assioma di Čajkovskij: "L'arte della strumentazione consiste nel capire una serie di cose: come usare i singoli gruppi strumentali in alternanza; come legarli adeguatamente; come economizzare gli effetti forti; in altre parole, come applicare il timbro, il colore tonale, alle idee musicali".

Ascoltando Čajkovskij insegneremo ai nostri alunni come stendere i colori a pastello, così lievemente e uniformemente come il musicista fa con lo stile timbrico dello Schiaccianoci. I contenuti dei disegni saranno suggeriti dai titoli dei diversi brani:Ouverture miniatura, Marcia, Danza della Fata Confetto, Danza cinese, Valzer dei fiori, Danza russa, Danza araba, Danza dei mirlitons.

 

Vi suggeriamo, poi, un percorso musicale-grafico-pittorico più adatto ai bambini della primaria, con sottofondo musicale de "Le Carnaval des animaux" di Camille Saint-Saëns.

Quest'opera va inserita nel genere musicale descrittivo, tale, cioè, da trasmettere suggestioni visive immediate e patenti nell'intento stesso dell'autore. Tant'è che al cinquantunenne Saint-Saëns, compositore parigino di solidissima reputazione, non sembrò opportuno al momento far conoscere al pubblico, mediante stampa, la sua "grande fantasia zoologica".
Era il 1886: la presentazione del Carnevale avvenne la sera di "martedì grasso" nella casa del violoncellista Lebouc, e sorprese tutti per la singolarità del soggetto e per l'ironico tratteggio espressivo.
Saint-Saëns lo intese come un innocuo "divertissement" ad uso casalingo (anche se si scorge una vena di sarcasmo allorché scorrono i personaggi d'ambiente musicale).
Perciò proibì la pubblicazione del lavoro, almeno finché fosse stato in vita, fatta eccezione per il penultimo quadro, "Il cigno".
I quadri della Suite sono in tutto 14 e, con intenzioni caricaturali, prendono di mira galline e galli, tartarughe, canguri, e anche gli uomini.

Di questi brani noi vi proponiamo solo una selezione e in versione midi.

 

 

  Cambiando diametralmente genere e rispondendo alla necessità di esprimere e analizzare il sentimento che più affascina e repelle i bambini, la paura, vi proponiamo l'ascolto di un Bach notissimo...

 

ASCOLTA:Toccata e fuga in do minore

 

  Quale finalità indicare ai nostri piccoli allievi durante questi ascolti? Noi vi suggeriamo un percorso cromatico semplice e suggestivo.

 

 Chiediamo ai bambini di tracciare a matita, su foglio bianco, una linea a volute ininterrotta, la cui fine coincida con l'inizio; poi facciamo campire ogni singola regione con colori diversi, scegliendo l'accostamento cromatico per contrasti o per sfumature tono su tono, secondo le suggestioni della musica.

 

Guarda gli esempi cliccandoci sopra

1   2

 

Chiediamo di tracciare linee con l'uso del righello, in orizzontale, in verticale o in obliquo, intersecanti. Facciamo riempire le diverse regioni come indicato sopra, sempre trascinati dalle suggestioni musicali.

 

Guarda gli esempi cliccandoci sopra

1  2

 

 

Alternando linee e curve, possiamo ottenere accostamenti di forme e colori contrastanti: questo tipo di lavoro ben si addice all'arte della "fuga".

 

Guarda gli esempi cliccandoci sopra

1   2

 

 

Quando la musica descrittiva ci dipinge a lucidi tratti il suo contenuto, tanto vale illustrarlo così com'esso desidera! Diamo ai bambini un foglio con il disegno della sagoma del soggetto descritto dalla musica(nel nostro caso l'elefante di Saint-Saëns); facciamo ricoprire il foglio da una linea curva con estremi coincidenti, tracciata leggera a matita; chiediamo di colorare solo le regioni interne al soggetto; infine cancelliamo la linea ad esso esterna.

 

Guarda l'elefante

1 2 3

 

 

Se i nostri allievi sono più grandi, possiamo utilizzare la tecnica del calligramma partendo dal disegno del soggetto musicato: ascoltiamo, ad esempio, il cigno di Saint-Saëns e scriviamo la bella parola:CIGNO.

 

 

 

   Le immagine seguenti sono state realizzate dai nostri ex alunni durante l'ascolto di Uccelleria di Saint-Saëns e, come vi apparirà evidente, della Toccata e fuga in do minore di Johann Sebastian Bach...

 

Uccelli

 

La voce della mia paura

 

Vai all'Inferno

(senza offesa...)

 

  In quest'ultimo quadro possiamo cogliere la struttura musicale del canone -di cui vi abbiamo dato cenni nelle precedenti lezioni- e della fuga. La parola deriva dal latino e vuole indicare la fuga delle varie voci, sia umane che strumentali, che si allontanano e si rincorrono l'una con l'altra. L'immagine ci propone temi grafici che si ripetono e si distorcono in un'alternanza di segni e colori uguali. La fuga è stata spesso considerata un mistero impenetrabile, una forma musicale tanto ricca e complessa da risultare spesso inaccessibile al profano. Il nostro giovane artista sembra,invece, averla ben compresa...

 

 

 

  Superato lo stadio dell'analisi grafica ed emozionale di un'opera musicale (che, vi ricordiamo, è la principale fonte di motivazione all'ascolto attento), possiamo accedere al gradino superiore dell'analisi sistematica dei pezzi.

In classe prepariamo l'ascolto con un brainstorming di termini appropriati ai vari elementi che dovremo analizzare; possiamo scriverli alla lavagna e lasciarveli durante l'ascolto.

Vi diamo degli esempi...

 

RITMO: lento, svelto, armonioso, scandito, concitato, mosso, palpitante...

DINAMICA: piano, forte, mezzo piano, crescendo, diminuendo ...

TIMBRO: squillante, dolce, sensuale, imperioso, profondo, pesante, leggero ...

STRUMENTI: archi, fiati, a corde, a percussione ...

ALTEZZA: suoni acuti, medi, gravi.

 

Ora facciamo ascoltare un brano due volte: la prima per riconoscere i vari movimenti;la seconda per analizzarne gli aspetti in una tabella che avremo cura di fornire agli alunni.

Questo è un tipo di tabella adatto all'analisi di un brano musicale con introduzione e tema, come La marcia reale del leone.

 
 

INTRODUZIONE

TEMA

Ritmo    
Dinamica    
Timbro    
Strumenti    
Altezza    

 

 Quest'altra tabella si può utilizzare per analizzare brani con solo tema.

Ritmo  
Dinamica  
Timbro  
Strumenti  
Altezza  

 

  Naturalmente, vi consigliamo di mettervi alla prova prima di proporre questa complessa esercitazione ai vostri allievi.

 

Ora che l'orecchio dei bambini è ben allenato, proviamo ad esercitare anche l'occhio. Vi forniamo alcune facili partiture, che possono introdurre al canto corale polifonico, con o senza accompagnamento di strumenti.

Le difficoltà nel leggere  partiture orchestrali sono moltissime, ma noi ve ne forniamo versioni semplificate dove, ad esempio, mancano i segni di ripetizione e testo e musica sono scritti sempre per intero.

Per quanto concerne l'apprendimento e l'esecuzione di polifonie... le cose si complicano ancor di più. I bambini, specie i più piccoli, tendono a lasciarsi trascinare dalla linea melodica principale. Perciò vi raccomandiamo, con gli allievi più giovani, di far apprendere a ciascun gruppo la propria parte (non in stanze diverse!) e di insistere nell'esecuzione di quei punti dove notate incertezze. Quando i gruppi saranno padroni del loro tema melodico, allora uniteli e curate la coloritura del pezzo.

Gli spartiti che vi proponiamo (corredati di midi) si adattano anche a simpatiche animazioni e semplici coreografie. Ve ne suggeriamo alcune, ma la vostra fantasia non mancherà di stupirvi.

 

 La pioggia: flessioni sulle ginocchia, su e giù a ritmo. Se disponete i bambini su più file ed alternate il movimento, l'effetto pioggia battente è assicurato.

La pioggia (spartito)    (midi)

 

 Il matrimonio del grillo: qui si può inscenare una festa di nozze, imitando le andature degli strani ospiti...

Il matrimonio del grillo (spartito)   (midi)

 

 Gli animali che vedo: per ogni animale descritto nelle strofe si sceglierà un alunno che ne imiti il comportamento. È possibile affidare questo compito ad una sola persona o ad un piccolo gruppo che alternerà tutte le varie modalità motorie e gestuali. Le ultime dodici battute prevedono molta concitazione:attenti agli scontri!

Gli animali che vedo (spartito)   (midi)

 

 La quinta lezione si chiude qui. Speriamo di non avere ecceduto in parole, dacché il nostro intento è proporvi concretezze. Vi anticipiamo che nel prossimo incontro dovrete portare il flauto...

 

 

La teca didattica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sesta lezione

 Ecco, ci siamo...questa lezione è proprio dura. Avremmo voluto evitarvela, ma sarebbe stato come mutilare la vostra cultura musicale. Perciò anche questa volta

" Musica Maestri! " .

 Ci stiamo per addentrare nel mondo teorico della musica, ma vogliamo farvi una raccomandazione: è vostro dovere di insegnanti conoscere tutto lo scibile sull'argomento, è altrettanto vostro dovere non pretendere lo stesso dai bambini.  Saltate  pure senza remore la teoria, mettete loro in mano uno strumento e fateli suonare. Lentamente e operando come con i messaggi pubblicitari subliminali, centellinate le nozioni imprescindibili durante le esecuzioni e ... avete fatto tutto!

Nelle prime due classi della scuola primaria (ma anche ai bambini di 5 anni) si può insegnare ad usare, oltre lo strumentario ritmico già descritto nelle precedenti lezioni, un piccolo xilofono, anche solo di un'ottava. Dalla classe terza in poi abbiamo personalmente sperimentato con successo che è possibile far suonare il flauto dolce. È proprio per questo strumento che abbiamo raccolto alcuni facili spartiti (quasi tutti senza alterazioni) e un vademecum scarno e funzionale.

 

La teoria in breve

  L'altezza dei vari suoni viene rappresentata con le note musicali.

Le note sono  sette: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI. Per distinguerle vengono scritte su uno speciale rigo musicale detto pentagramma, formato da cinque linee e quattro spazi da esse delimitati.

 

Le note si leggono partendo dal basso e salendo verso l'alto.

La chiave di violino è una sorta di chiave di lettura delle note: essa ci dice che la nota scritta sul secondo rigo a partire dal basso si chiama sol.

Si è soliti far memorizzare ai bambini in modo separato i nomi delle note poste sui righi e negli spazi.

Note sui righi

 

Note negli spazi

 

 Ma in realtà le note sono molte più di sette, ciascuna rappresentante un suono ad altezza diversa; perciò occorre aggiungere notte sotto e sopra il pentagramma, con tagli in testa (quelli che attraversano la nota) o tagli in gola (quelli che stanno sotto la nota).

 

Le note in basso rappresentano il suono basso; salendo sul pentagramma si alza l'altezza del suono.

 

Per conoscere invece la durata dei suoni, le note hanno bisogno di un'ulteriore forma di rappresentazione (vedi terza lezione). Per non dilungarci e ripeterci, vi forniamo uno schema riassuntivo delle figure di valore, completo di pause:

 

 Insegnare ai bambini a riconoscere le figure di valore è più importante che insegnare loro a riconoscerne l'altezza sul pentagramma; questo, in alternativa, lavorando con i bambini più piccoli, può essere sostituito dal rigo unico, sul quale scrivere le figure di valore accompagnate dal nome della nota.

 Per allungare la durata dei suoni viene utilizzato il punto di valore:.

Esso è un puntino che, messo dopo la nota, aumenta di metà il suo valore.

A conti fatti...

A volte possiamo trovare il "doppio punto": in questo caso il secondo punto vale la metà del valore del primo.

Di nuovo fatti i conti...

 

Un altro espediente per allungare la durata di un suono è la legatura di valore:.

I valori delle note legate vengono sommati come a formare un'unica nota.

 

C'è poi la volontà dell'esecutore nel prolungare i suoni:.

Si chiama corona e permette di tenere il suono quanto vogliamo.

 

 

Ed ora parliamo di tempo: esso viene indicato da una didascalia sul pentagramma, all'inizio del brano: allegro, andante, moderato...

Il pentagramma viene diviso da tante linee verticali dette stanghette. Lo spazio tra una linea e l'altra si chiama battuta o misura:

.

La durata della battuta viene indicata da una frazione posta all'inizio del brano musicale, subito  dopo la chiave.

Facciamola ben notare ai nostri allievi prima dell'esecuzione di un brano e alleniamoli a contare con esercizi di solfeggio corale, scanditi dal battere del tamburello.

Il solfeggio... che bello!!! Rendiamolo tale con variazioni motorie: le minime ci fanno agitare in alto le braccia due volte, le semiminime ci fanno battere il palmo sul banco, le crome si tamburellano con l'indice ... fate voi... almeno all'inizio. Dopo, solfeggio breve e canonico con la voce, a ritmo di battute del tamburello.

 

A noi piace molto sostituire le astrattezze di questi paragrafi fornendo ai nostri alunni questo spartito: "L'alfabeto della musica (pdf)" [ midi] .

Il brano può essere cantato con l'accompagnamento dello xilofono, anche se siete alla ... primissima lezione di musica.

 

Se torniamo a proporre ai bambini l'immagine del pentagramma con le note in successione e ci aiutiamo con una tastiera, possiamo far loro comprendere il concetto di intervallo musicale.

I sette suoni in successione che compongono l'ottava rappresentano sette piccoli intervalli: essi si suonano utilizzando unicamente i tasti bianchi e si chiamano intervalli di tono.

Ma in realtà, tra un salto e l'altro ci sono degli intervalli intermedi, rappresentati dai suoni dei tasti neri: essi sono gli intervalli di semitono.

Se contiamo ora i suoni ne troviamo 12: i sette naturali (DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI) più altri cinque alterati.

 

Ovviamente su uno spartito musicale si possono trovare note alterate che ci indicano di suonare i corrispondenti semitoni.

 

I segni delle alterazioni sono questi:. Il diesis aumenta di un semitono il suono naturale.

 

Il bemolle abbassa di un semitono il suono naturale.

 

Le alterazioni possono essere anche permanenti all'interno di un brano. In questo caso vengono indicate in chiave, cioè all'inizio del brano, vicino alla chiave di violino, sul rigo o nello spazio relativo al suono da alterare.

 

Per indicare che il suono alterato deve tornare allo stato naturale si usa questo simbolo:

 

Torniamo ancora a ribadire che per amare la musica e imparare a farla ... bisogna farla. Perciò procuratevi un flauto per ogni vostro alunno e iniziateli tutti alla magia del concerto di classe.

Raccomandiamo gradualità, giacché l'entusiasmo può farvi galoppare...lasciando indietro quei pochi allievi la cui manina piccola necessita di un po' di esercizio in più. Se questi piccolini non riescono a stare al passo, rischiano di tediarsi al suono della musica (altrui).

Quando si suona il flauto dolce è importante tenere il corpo rilassato: schiena eretta, testa leggermente inclinata; spalle, braccia, mani e dita rilassate. Il flauto viene tenuto con entrambe le mani; il pollice della mano destra sostiene il flauto dal basso; il pollice e il medio della sinistra servono ad equilibrarlo.

Il becco, la parte estrema dell'imboccatura, è appoggiata alle labbra inferiori senza toccare i denti. Il labbro superiore circonda il margine superiore del becco. Non deve passare aria dai lati. In questa immagine vediamo quale posto ha ciascun dito delle due mani coinvolte e la giusta presa, con la mano sinistra in alto, verso l'imboccatura, e la destra in basso.

 

  Con le due seguenti immagini vi indichiamo come si suonano le diverse note: i fori neri sono quelli da chiudere per ottenere il suono indicato; il foro disegnato esternamente al flauto rappresenta il foro posteriore. Quando vedete fori semianneriti significa che, naturalmente, il foro stesso va tenuto semiaperto.

Questa prima immagine è sufficiente per insegnare a suonare i suoni naturali: si parte dal DO basso e si termina con il RE" (alto).

Lo so che ci ripetiamo, ma è d'uopo la gradualità nell'esercitare e memorizzare le posizioni per l'emissione dei suoni.

Gli spartiti che abbiamo inserito in tabella a fine lezione sono graduati in modo da esercitare poche note alla volta (indicate accanto al titolo).

Questa seconda immagine indica la diteggiatura per i più ... spericolati!

Il flauto è rovesciato rispetto al precedente: l'imboccatura è indicata in alto.

Ci sono tutti i suoni naturali e alterati che si possono ottenere con il flauto dolce.

Non ci preoccupiamo se l'immagine non è nitida, perché tanto la potete trovare sulla copertina di tutti i quadernini pentagrammati comunemente in vendita.

 

Nella tabella qui sotto abbiamo raccolto semplici e orecchiabili melodie; molte sono conosciute e perciò più accattivanti. Alcune hanno un testo da cantare. Potete inventare semplici accompagnamenti ritmici per coinvolgere, nel concerto di classe, anche quei bambini che proprio non possono gestire il flauto...

 

TITOLO

 pdf

midi

Giro girotondo, con testo (SOL-LA-MI-SI-DO")
Oh che bel castello -tradizionale (MI-DO-RE-SOL-FA)
Merrily we roll along , con testo (SI-LA-SOL-RE")
When the saints go marching in, con testo (SOL-SI DO"-RE-LA)
Inno alla gioia-L.V.Beethoven (SI-DO"-RE"-LA-SOL)
Twinkle Tinkle Little Star - Mozart (DO-SOL-LA-MI-RE-FA)
Piove piove - tradizionale, con testo (SOL-LA MI-SI-FA-RE-DO)
Le belle statuine - tradizionale, con testo (DO-MI-RE-SOL-FA)
Minuetto (SOL-DO-RE-MI-FA-LA-SI)
Ninna nanna-Brahms (in 3/4, note con il punto)
Astro del ciel (in 3/4, note con il punto)
Oh Susanna (note con il punto)
Sinfonia K550 (Primo Movimento)-Mozart (RE e SOL diesis)

 

Anche per la sesta è tutto. Non ci sono anticipazioni per la prossima lezione. Un ultimo consiglio nasce dall'esperienza personale: imboccate il vostro flauto e suonate con i ragazzi. La motivazione e l'entusiasmo decuplicano!

 

 

 

La teca didattica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Settima lezione

 Con la settima lezione si concludono gli incontri dal vivo con il corso di formazione

" Musica Maestri!"

 Qui sul web il discorso cambia: l'amore per la musica, che anima l'intero staff della Teca Didattica, non ci terrà lontane da queste pagine per molto tempo...

 

 In questo settimo appuntamento vogliamo glorificare l'assoluto dominio della musica sulla capacità umana di fantasticare... Ci aiuterà nel nostro viaggio la musica fiabesca da

Peter und  der wolf

di

Sergej Sergeevic Prokofiev

 

Prokofiev scrisse la fantasia musicale "Pierino e il lupo" con l'intenzione di rendere più accessibile la musica ai bambini e per questo musicò una favola scritta da lui stesso, il cui testo viene recitato da un narratore, mentre i personaggi vengono di volta in volta presentati insieme agli strumenti e ai temi musicali che li caratterizzano.

Così Pierino è rappresentato da un quartetto d'archi, l'uccellino Sasha da un flauto molto alto, Sonia l'anatra dall'oboe, il gatto Ivan da un clarinetto dal registro molto basso, il Nonno è il fagotto, il Lupo è rappresentato dai corni e gli spari dei cacciatori sono resi da timpani e grancassa.

Ma prima non dimenticate di accendere lo stereo!

 

Avete letto la fiaba illustrata? Vi siete sorpresi per le animazioni sul testo? Se siete navigatori incalliti, non credo proprio che vi sarete lasciati impressionare dalle infinite possibilità di creare collegamenti ipertestuali tra pagine, files o pop up. Il nostro scopo era, però, mostrarvi una delle tante attività possibili, a seguito dell'ascolto di "Pierino e il Lupo".

Per la bella pagina che avete appena visitato dobbiamo ringraziare e lodare i piccoli Francesco e Lorenzo (senza di voi la Teca sarebbe niente!).

La nostra animazione è stata realizzata utilizzando il software Front Page, semplice e conosciuto, con l'aggiunta di qualche javascript  per gli effetti sul titolo o per i pop up, che potete facilmente trovare sul web, magari cliccando QUI.

 

 

In alternativa all'uso di Front Page, si può realizzare la presentazione della favola con Power Point, un software che, pur non idoneo alla navigazione sul web, è però estremamente versatile e "animato".

 

Vi suggeriamo, poi,  dei laboratori meno "tecnologici", da associare ad un'attività di ascolto e analisi dei diversi temi che compongono la fantasia di Prokofiev (vai alla quinta lezione per avere ulteriori strumenti di lavoro sull'ascolto...).

Un'idea, semplice da proporre e facile da realizzare per gli alunni della scuola dell'infanzia o delle prime classi della scuola primaria, è la ricostruzione in sequenze della fiaba, utilizzando delle immagini da colorare e corredare di didascalie (se i bambini sanno scrivere). Le vignette possono essere date in ordine casuale, per esercitare la capacità di ricostruzione crono-logica del racconto:il tappeto sonoro di Prokofiev guiderà i bambini nella ricostruzione della fiaba.

Se vai in QUESTA PAGINA potrai trovare le immagini da utilizzare come indicato.

 

 

 

Le parole, lo sappiamo, hanno una loro sonorità. Sfruttando il colore delle vocali, le suggestioni dei vocaboli, gli echi dei fonemi, possiamo inventare rime che rievochino il timbro degli strumenti, chiamati di volta in volta in causa ad inscenare la fiaba.

 Se vai in QUESTA PAGINA potrai leggere le rime realizzate dai nostri bambini.

 

 

 

 

Sappiamo già che non siete ancora soddisfatti e vi state domandando:<< Così poche cose si possono fare con questo "Pierino"?>>.

Certo che no!

Ma la prossima idea la prendiamo in prestito da un ricordo d'infanzia (o giù di lì): la potremmo chiamare UN VIOLINO DI NOME PIERINO,

come la rappresentazione di Maria Cristina Giambruno.

Se vorrete realizzarla, dovrete allestire una vera e propria pièce teatrale, utilizzando il canovaccio dell'opera 67 di Prokofiev e scegliendo interpreti ... fuori dal comune.

I PERSONAGGI

-Narrattore
-Pierino, pupazzo in forma di violino
-l'uccellino, pupazzo in forma di flauto
-l'anatra, pupazzo in forma di oboe
-il gatto, pupazzo in forma di clarinetto
-il nonno, pupazzo in forma di fagotto
-il lupo, pupazzo in forma di corno
-i cacciatori, pupazzo in forma di tamburi
 



IL LUOGO E LA SCENA
Il giardino e il prato prospicienti la casa di Pierino "immaginati" in un impianto scenografico di estrema suggestione, ambientabile in qualsiasi luogo, anche non teatrale.


L'AZIONE
parte prima

Il narratore si presenta in scena per sostenere l'esame di ammissione all'orchestra; l'esaminatore è il Direttore dell'orchestra; questi non appare in scena, ma se ne ode la voce.
L'esame verte sulla conoscenza degli strumenti, l'uso dei quali l'attore mostra di non conoscere in maniera appropriata.
Imbarazzo, errori e strafalcioni dell'attore sono godibili occasioni per la presentazione degli strumenti musicali necessari all'esecuzione di Pierino e il lupo e per l'ascolto del suono di ciascuno di loro.

parte seconda

Pierino gioca con i suoi amici (l'uccellino, l'anatra e il gatto) nel giardino della casa dove abita insieme al nonno.
Imprudentemente e incurante degli ammonimenti del nonno, che gli ricorda per l'appunto la presenza del lupo nel bosco, esce sul prato e si trova a fronteggiare proprio il lupo che ne è uscito affamato e che minaccia i suoi amici.
La povera anatra è costretta ad una fuga precipitosa con la quale riesce a sottrarsi a stento alle fauci dell'affamato inseguitore, celandosi alla vista di tutti; il gatto e l'uccellino si rifugiano su un alto albero e…
Pierino si arma di tutto il suo coraggio e la sua furbizia e, grazie anche all'aiuto dell'uccellino, riesce ad accalappiare il lupo prima ancora dell'arrivo dei cacciatori che lo inseguono.
E proprio ai cacciatori Pierino rivolge un deciso invito a non fare del male al lupo ma a ricoverarlo piuttosto in un parco protetto, dove anche lui e tutti gli amici lo accompagnano con un festoso corteo.


I CONTENUTI E LE FORME
Oltre a quello musicale e favolistico numerosi e diversi sono i contenuti e le forme dello spettacolo suscettibili di approfondimento a livello didattico:
- i rapporti interpersonali tra i protagonisti della fiaba sinfonica;
- il rapporto degli uomini con gli animali e la natura;
- la tecnica di recitazione;
- le tecniche di realizzazione e animazione dei pupazzi.

LE TECNICHE E I LINGUAGGI
- recitazione verbale (recitato su musica);
- recitazione non verbale (creatività ed espressività mimico/gestuale);
- teatro di animazione (pupazzi);
- descrittività della musica;
- espressività grafico/pittorico/plastica (scenografia ed effetti scenotecnici).
 

La nostra fantasia si sta esaurendo, pertanto vi proponiamo soltanto un'ultima attività, destinata a ... voi!

Sì, proprio a voi. Si tratta di una tabella da completare seguendo l'esempio, e solo previo ascolto dei midi relativi.

 
MIDI SEQUENZE PERSONAGGI STRUMENTI

CARATTERISTICHE

DEI SUONI

1Una mattina, di buon ora, Pierino aprì il cancello e uscì sul prato verde che circondava la sua casa.

Pierino.

Archi

Allegri , adatti per una passeggiata
2. ........      
3.      
4.      
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11.      
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13.      
14.      
15.      
16.      


 Nel caso proprio non ci riusciste... tornate a trovarci ancora per altre lezioni di consolidamento...

 

 

 

Cara Michela, questo è per te, da parte di tutta la

Teca Didattica e dei suoi Naviganti.