Dopo la seconda guerra mondiale era necessario creare uno Stato nuovo, dove ogni cittadino avesse la garanzia del rispetto dei propri diritti.

Il 2 Giugno 1946 il popolo, uomini e per la prima volta anche le donne, fu chiamato a scegliere in modo democratico l'ordinamento politico dello Stato con un Referendum: si trattava di scegliere tra l'ordinamento monarchico e quello repubblicano. Vincitori della consultazione furono i repubblicani, ma la nascita della Repubblica fu accompagnata da polemiche di una certa consistenza circa la regolarità del referendum che la sancì.

La proclamazione ufficiale della Repubblica avvenne il 18 giugno.

 I simboli della nostra Repubblica sono questi:

 

                Il Tricolore           L'inno di Mameli    L'emblema     Lo stendardo                             Il Vittoriano

 

Insieme alla scelta sulla forma dello stato, i cittadini italiani elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente, che doveva redigere la nuova Carta Costituzionale e che fino all'elezione del primo parlamento della Repubblica svolse anche le funzioni di assemblea legislativa.

L'Italia è, dunque, una Repubblica parlamentare, dove i cittadini eleggono i propri rappresentanti, cioè i membri del Parlamento e del Senato.

Proviamo insieme ad approfondire

                                                                       

 

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LA REPUBBLICA ITALIANA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Bandiera degli italiani
Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". Vennero scelti questi tre colori perché essi erano stati usati nelle numerose repubbliche nate nel periodo napoleonico e che avevano sostituito gli antichi Stati assoluti.

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Fratelli d'Italia…

Il vero titolo del nostro Inno Nazionale è "Il Canto degli Italiani" Venne scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro.

Il poeta
Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827. Ancora giovanissimo inizia a scrivere poesie e ad impegnarsi attivamente per la libertà della Patria. Aveva solo 22 anni quando, a seguito di una ferita alla gamba sinistra, che pure gli venne amputata, morì per l'infezione che ne conseguì.
Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.

Il musicista
Michele Novaro nacque il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studiò composizione e canto. Convinto liberale, offrì alla causa dell'indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine. Di indole modesta, non trasse alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l'Unità. Tornato a Genova, fra il 1864 e il 1865 fondò una Scuola Corale Popolare, alla quale avrebbe dedicato tutto il suo impegno. Morì povero, il 21 ottobre 1885, e lo scorcio della sua vita fu segnato da difficoltà finanziarie e da problemi di salute. Per iniziativa dei suoi ex allievi, gli venne eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini.


Volete vedere come Mameli scrisse l'inno e sentire come Novaro lo musicò?

Allora andate in questa pagina.

                       

 

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Cercando un simbolo

Il simbolo della repubblicana italiana prende la vita il 5 maggio 1948, dopo due anni di preparativi: 2 concorsi, un numero cospicuo di bozzetti e critiche di vario genere.
In ambedue i concorsi  risultò vincitore Paolo Paschetto: mentre il primo bozzetto ricevette un giudizio critico piuttosto sarcastico (l'emblema venne definito "la tinozza"), il secondo  fu sottoposto solo a pochi ritocchi da parte dei membri della Commissione. Poi la proposta approdò all'Assemblea Costituente dove, con non pochi contrasti, fu approvata nella seduta del 31 gennaio 1948. Ultimati altri adempimenti e stabiliti i colori definitivi, si arriva al 5 maggio: il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola firma il decreto legislativo n. 535, che consegna all'Italia il suo simbolo.

Come interpretarlo? Eccone l'esegesi:

Il ramo d'ulivo indica la volontà di pace della nazione.

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Il ramo di quercia indica la forza e la dignità del popolo italiano.

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La stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell'Italia, sul cui capo essa splende raggiante.

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La ruota dentata traduce l'articolo 1 della Costituzione: l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

 

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Lo stendardo presidenziale costituisce, nel nostro ordinamento militare e cerimoniale, il segno distintivo della presenza del Capo dello Stato e segue perciò il Presidente della Repubblica in tutti i suoi spostamenti. Viene innalzato sulle automobili, sulle navi e sugli aeroplani che hanno a bordo il Presidente; all'esterno delle Prefetture, quando il Capo dello Stato visita una città; all'interno delle sale dove egli interviene ufficialmente.
 

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xxxxxxxxxxxxxxxxxIl Vittoriano

Il Vittoriano

 

Il nome deriva da Vittorio Emanuele II, il primo re d'Italia. Alla sua morte, nel 1878, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e con lui l'intera stagione risorgimentale.

Il Vittoriano doveva essere uno spazio aperto ai cittadini. Il complesso monumentale venne inaugurato da Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911.

Il tema centrale di tutto il monumento è rappresentato dalle due iscrizioni sui propilei: "PATRIAE UNITATI" "CIVIUM LIBERTATI", "All'unità della patria" "Alla libertà dei cittadini".

Una parte di esso è L'altare della Patria.

 

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