Il POF

La Scuola dell'Infanzia

 

 

 

IL BAMBINO COME SOGGETTO ATTIVO COSTRUTTORE DEI SUOI SAPERI
 

PREMESSA

Negli ultimi decenni la scuola dell’infanzia ha compiuto percorsi decisivi verso la definitiva collocazione all’interno del sistema scolastico del nostro Paese: da scuola “Assistenziale” a scuola dei “Saperi”.
Si legge nella “Memoria” a cura del Coordinamento Nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua Scuola: “La struttura delle indicazioni per la scuola dell’infanzia, proprio per la sua identità pedagogica, culturale e progettuale dovrà essere pensata in linea di coerenza con la unitarietà del percorso di educazione ed istruzione…..”.
L’ultima stesura, in ordine di tempo, delle Indicazioni per il Curricolo, testo in via sperimentale emanato dal Ministro Fioroni, costituisce il quadro di riferimento, in cui si afferma, il definitivo riconoscimento del ruolo educativo della scuola dell’infanzia per i bambini dai tre ai sei anni. Quindi,la scuola dell’infanzia viene inserita a pieno titolo, nel “Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione, percorso formativo coerente e unitario dai tre ai quattordici anni”.
Il testo Ministeriale chiede alla scuola dell’infanzia di operare sinergicamente in “Continuità” con la famiglia, le risorse sociali e culturali presenti sul territorio (continuità orizzontale); con la scuola primaria attua un Curricolo aperto, dinamico e flessibile, teso a favorire l’evoluzione del bambino, dalla conoscenza dei sistemi simbolico culturali, alla comprensione di codici formalizzati: l’alfabetizzazione (continuità verticale).

 

1.1 FINALITÀ DEL PROCESSO FORMATIVO DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA

La scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza; ha il compito di evolvere e sostenere il bambino, nella completezza di tutte le sue componenti: sociale, etica, culturale, psicofisica, spirituale.
Ed è in tal senso che, il percorso educativo della scuola dell’infanzia, si inserisce nella prospettiva della maturazione relativa ai tre nuclei fondamentali:

CULTURA - SCUOLA- PERSONA.

L’organizzazione del curricolo nella scuola dell’infanzia si basa sulla stretta interrelazione delle finalità educative, dimensioni dello sviluppo e sistemi simbolico culturali.
Gli elementi che concorrono a delineare il percorso educativo, si articolano attraverso i Campi di esperienza, luoghi del fare e dell’agire del bambino. Essi sono:
 

 

 

 

A. IL SÉ E L’ALTRO
Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme
B. IL CORPO IN MOVIMENTO
Identità, autonomia, salute
C. LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE
Gestualità, arte, musica, multimedialità
D. I DISCORSI E LE PAROLE
Comunicazione, lingua, cultura
E. LA CONOSCENZA DEL MONDO
Ordine, misura, spazio, tempo, natura

 

Per ogni campo di esperienza, le docenti, dal contenuto dei traguardi per lo sviluppo delle competenze individuano gli obiettivi di apprendimento, procedono alla formulazione dei traguardi formativi e alla scelta delle attività, stabilendo i percorsi, le metodologie e le modalità di verifica divisi per fasce di età: tre, quattro, cinque anni.
L’organizzazione delle attività educative e didattiche si fonda su una continua e responsabile flessibilità creativa, in relazione alla variabilità individuale dei ritmi, dei tempi, degli stili di apprendimento, oltre che alle motivazioni e agli interessi dei bambini.
In particolare, questa competenza professionale si intensifica con i bambini diversamente abili che non devono essere escludi dalle attività, anzi hanno diritto a veder valorizzare al massimo tutte le loro potenzialità.

 

1.2 ESPLICAZIONE DELLE PROCEDURE DIDATTICHE

STRATEGIE
La scuola dell’infanzia si avvale di tutte le strategie e le strumentazioni che consentono di orientare, sostenere, e guidare lo sviluppo e l’apprendimento del bambino attraverso la:
 

1) dimensione educativa:
rendere l’alunno attivo
promuovere esperienze stimolanti
rassicurare psicologicamente
curare la qualità dei rapporti, esplorare la realtà
dare tempi distesi di apprendimento
dare spazio all’affettività
2) dimensione culturale:
valorizzare il vissuto per giungere all’astrazione concreta
appagare la curiosità, la concretezza
potenziare la comunicazione
favorire la simbolizzazione
3) dimensione metodologica:
essere di “aiuto” allo sviluppo
perseguire la cultura della diversità attraverso il processo di reciprocità
unitarietà di insegnamento
pedagogia del fare - relazionalità

 

PERCORSI OPERATIVI
La valorizzazione del gioco.
Il gioco costituisce, in questa età, una risorsa privilegiata di apprendimento e di relazioni. Esso, infatti, favorisce rapporti attivi e creativi sul piano sia cognitivo sia relazionale, consente al bambino di trasformare la realtà secondo le sue esigenze interiori, di realizzare le sue potenzialità e di rivelarsi a se stesso e agli altri in una molteplicità di aspetti, di desideri e di funzioni.

L’esplorazione e la ricerca
Le esperienze promosse vertono sull’originaria curiosità del bambino in un positivo
clima di esplorazione e di ricerca, nel quale si attivino confrontando situazioni,
ponendo problemi, costruendo ipotesi, elaborando e confrontando schemi di
spiegazione, adeguate strategie di pensiero.
Guideranno il bambino a prendere coscienza di sé e delle proprie risorse, ad adattarsi creativamente alla realtà ed a conoscerla, controllarla e modificarla per iniziare a costruire, così, la propria storia personale all’interno del contesto in cui vive.

La mediazione didattica
L’attivazione di abilità generali di assimilazione ed elaborazione delle informazioni
(memorizzare, rappresentare, comprendere relazioni spaziali e causali) ed il ricorso a
materiali sia informali che strutturati da manipolare, esplorare ed ordinare innescano
specifici procedimenti di natura logica che consentono la conquista di una maggiore
sicurezza e di una prima organizzazione delle conoscenze.

 

 

1.3 ORGANIZZAZIONE DELLA SEZIONE

L’ambiente aula, non deve essere “pensato” per il solo “uso scolastico” (cattedra-tavolini-seggioline), ma deve predisporre gli spazi nei quali, per i piccoli e grandi gruppi, sono organizzate attività basate sull’acquisizione di specifiche forme di apprendimento, collegate ai diversi linguaggi.
Per articolare tali attività si predilige l’organizzazione di “angoli educativi”: della pittura, della musica, delle costruzioni, dei travestimenti, del mercato, della casa, della lettura e degli incastri.

 

1.4 TEMPI

C’è un tempo per l’accoglienza che consente al bambino un buon adattamento emotivo nel passaggio dalla famiglia alla scuola.
C’è un tempo per la routine quotidiana: ingresso, cura della persona, preparativi per il pranzo, merenda, commiato.
C’è un tempo per le attività strutturate/guidate (tempo del curricolo) “il fare e l’agire” del bambino: la durata delle attività deve essere adattata sia alla difficoltà delle situazioni proposte, sia all’età.
C’è un tempo per il gioco libero, in classe, nel salone e all’aperto: è un tempo fondamentale che consente al bambino di attivare strategie di comunicazione-cooperazione-progettazione di azioni, giochi simbolici e di finzione, giochi con regole.
C’è un tempo per la sospensione dell’attività didattiche nella giornata del sabato che, va letta come opportunità per consentire al bambino di vivere più intensamente la vita familiare e pensare alla scuola con distensione.

1.5 VERIFICA E VALUTAZIONE

Ogni bimestre verranno effettuate la verifiche e valutazione dei livelli di apprendimento e delle competenze maturate.
Saranno utilizzati strumenti come il feed-back, osservazioni sistematiche e occasionali, schede strutturate e non, attività ludiche. Non si assumeranno rigidi criteri di tipo quantitativo, ma la contestualizzazione dei comportamenti.

 

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